Nonostante tutto, la flotta russa partì da Libava (Ljepajia, nell'odierna Lettonia) il 4 ottobre 1904. Fin da subito l'ammiraglio Rozestvenskij prese coscienza dei limiti drammatici degli uomini e dei mezzi che gli erano stati affidati. Le navi, comprese le moderne corazzate, a causa di una serie di difetti strutturali, consumavano più carbone del previsto; i motori andavano soggetti a frequenti avarie; i meccanismi di puntamento delle artiglierie erano difettosi; il munizionamento di qualità scadente; scadenti pure gli apparecchi di comunicazione radiotelegrafica. Ancora più deplorevole il livello degli equipaggi. Per molti marinai quella era la prima missione: parecchi di loro soffrivano il mal di mare (!) e cosa, ancora peggiore e incredibile, non erano stati sufficientemente istruiti all'uso dell'armamento di bordo. Un drammatico incidente funestò la prima parte del viaggio: una notte, al largo delle coste inglesi, la flotta russa sparò praticamente alla cieca e colpì alcuni pescherecci scambiandoli per torpediniere giapponesi (!). Si contarono diversi morti e il governo britannico reagì violentemente: la missione fu sul punto di fallire. Giunta nei pressi di Gibilterra la flotta si separò: alle navi più vecchie e lente fu ordinato di attraversare il Mediterraneo e il canale di Suez, mentre Rozestvenskij con le navi più moderne, corazzate comprese, avrebbe circumnavigato l'Africa.
La Knaz Suvorov, ammiraglia della flotta russa |
Pope celebra la messa a bordo di una nave russa. |
La Mikasa, oggi, trasformata in nave museo. |