Il governo rivoluzionario, intendendo attuare una radicale laicizzazione della società, promosse la realizzazione di un nuovo strumento per contare i giorni, in sostituzione di quello fino ad allora in uso, ossia il calendario gregoriano che prese il nome da papa Gregorio XIII, il quale lo istituì nel 1582. Profondi furono i cambiamenti che riguardarono il nome dei giorni e dei mesi, spesso legati alla tradizione romana o alla figura e al culto dei santi. I mesi, poi, non furono più suddivisi in quattro settimane, bensì in tre decadi per un totale di trenta giorni. L'anno così organizzato aveva complessivamente 360 giorni; 365 o 366 erano i giorni degli anni bisestili. L'inizio dell'anno veniva fatto cadere non più il primo gennaio, ma in una data che per noi corrisponde al 22 o 23 settembre. Il calendario rivoluzionario (o repubblicano) rimase in vigore dal 24 novembre 1793 al 1 gennaio 1806, quando, per volontà di Napoleone, fu reintrodotto il calendario gregoriano.
Il calendario era così strutturato:
Autunno:
Vendemmiaio (22 settembre - 21 ottobre)
Brumaio (22 ottobre - 20 novembre)
Firmaio (21 novembre - 20 dicembre)
Inverno:
Nevoso (21 dicembre - 19 gennaio)
Piovoso (20 gennaio - 18 febbraio)
Ventoso (19 febbraio - 20 marzo)
Primavera:
Germinale (21 marzo - 19 aprile)
Fiorile (20 aprile - 19 maggio)
Pratile (20 maggio - 18 giugno)
Estate:
Messidoro (19 giugno - 18 luglio)
Termidoro (19 luglio -18 agosto)
Fruttidoro (19 agosto - 16 settembre)
I giorni dal 17 al 21 settembre erano detti sanculottidi in omaggio ai "sanculotti", i sostenitori più estremisti del governo rivoluzionario.
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