giovedì 28 novembre 2013
La crociata degli straccioni
La cosiddetta "crociata degli straccioni" fu la prima di una lunga serie di spedizioni militari che avevano lo scopo di strappare la Terrasanta e Gerusalemme
agli "infedeli" e di restituirle alla cristianità. Fu indetta nel 1095, al grido di "Deus le volt!" ("Dio lo vuole!"), ed ebbe come guide il predicatore Pietro l'Eremita e il nobile francese Gualtieri Senza Averi, così chiamato perché, essendo figlio cadetto, non avrebbe ereditato il feudo paterno. I componenti della spedizione erano perlopiù di umili origini: contadini, piccoli artigiani, disoccupati, sbandati. Grazie alla propria abilità oratoria e con la promessa della totale remissione dei peccati, Pietro riuscì a raccogliere più di 80 mila seguaci. Quest'orda, esaltata dalle prediche dell'eremita, partendo dalla Francia settentrionale, attraversò l'Europa e si diresse in oriente seminando morte e distruzione. I crociati assaltarono alcune città tedesche e massacrarono a migliaia gli ebrei ivi residenti (gli ebrei, infatti, erano considerati responsabili della morte di Gesù Cristo); giunti nella città ungherese di Semlin la saccheggiarono, uccidendo circa 4000 persone; grandi danni fecero anche a Belgrado, dove la popolazione, avvertita in tempo, riuscì a scampare alla loro furia. Preoccupati dalle notizie sempre più gravi, i bizantini mandarono loro incontro un esercito per disperderli. Lo scontro armato che seguì causò la morte di 20 mila crociati. Duramente provati i superstiti riuscirono a raggiungere l'Asia Minore, ma furono definitivamente sbaragliati dai Turchi non lontano da Nicea.
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